La Fondazione

Il 1946 fu l’anno della fondazione della pia opera: l’anno degli entusiasmi e delle grandi difficoltà. Com’è di pubblica ragione, il venerando Monastero era stato adibito a provvisorio macello dell’Amministrazione Comunale, e quando con atto di retrocessione fu restituito alla Chiesa, era tutto da rifare, dal pavimento alla tettoia, dagli infissi ai divisori e ai servizi igienici…

Verbale di costituzione del 1° comitato di gestione della casa di Riposo “Maria SS. Delle Grazie”

Anno 1946 – Come è sorto l’ospizio di Genzano di Lucania.
(Negli anni prima della seconda Guerra Mondiale) non senza provare un’impressione di disgusto e di
compassione si vedevano nel nostro paese poveri vecchi che pur avendo logorate le proprie forze erano costretti, nell’età più avanzata, a mendicare il tozzo di pane negato da parenti e figli ingrati. Vacillanti, malvestiti bussavano di porta in porta, bersaglio di insulti dei maleducati. Dormivano su un po’ di paglia in  qualche lurida catapecchia a cui, non raramente bisognava scassinare la porta per estrarli cadaveri.
Lo spettacolo se destava compassione era però in se stesso inumano e vergognoso per un paese non
povero che si diceva civile e cattolico. (Alcune anime elette si misero all’opera). Occorrevano però tante cose ma essi non avevano che cuore e buona volontà.
Dove trovare il locale, il personale per l’assistenza, i sussidi ed altro? In tempi in cui tanto denaro veniva sperperato in opere più o meno necessarie, essi si rivolsero a chi avrebbe dovuto aiutarli. Fu riposta che non erano meno coscienti di quanto abbisognava e del resto non vi erano disposizioni per stanziare soldi per tali opere. In quelle anime generose però ardeva viva la fiamma della carità cristiana e non si scoraggiarono, ma nel silenzio della preghiera e con i mezzi a loro disposizione continuarono l’opera di propaganda e attesero fiduciosi l’aiuto divino: fecero stampare opuscoli di propaganda in America ed in Africa chiedendo offerte. Poi venne la guerra con le sue tristi conseguenze. Se in tempi di pace e di benessere l’opera era sembrata difficile l’opera era sembrata difficile ad attuarsi, nell’ora cruciale della guerra e del dopoguerra parve impossibile.
Il Signore invece attendava forse quest’ora di lotte e di discordi, ora in cui ognuno si arrogava il diritto di ricostruzione secondo le proprie idee o i propri interessi per dimostrare ancora una volta, così come tantissime opere di carità in cui la Chiesa oggi è tutta una fioritura, che solo la carità cristiana affratella e che chi rimane in lei edifica ed opera meraviglie e con la sua onnipotenza Egli appiana ostacoli.
Alcuni locali dell’antico monastero di S. Chiara che il Rev. Arciprete aveva con tanta fatica ottenuti da Comune e resi abitabili, ben si prestavano per l’opera. Alcune “signorine” trasferitesi nel nostro paese con l’unico scopo di lavorare per il Signore, era quanto Egli ci mandava per l’assistenza. Veramente ignari dei disegni divini, si erano destinati il locale e le signorine per l’oratorio.
Ed allora il Signore ci manifestò più palesemente la sua volontà. In un tardo pomeriggio primaverile il Rev. Arciprete scendeva per la sua consueta funzione serontina; si fece avanti un gruppo di persone che egli raccomandavano una vecchia sessantenne, che scacciata dal figlio, dormiva da cinque sere all’aperto sul letame. La poveretta coperta di luridi cenci, con le membra rattrappite la fredda destava in tutti sentimenti di compassione. Il Rev. Arciprete ascoltò in quella vecchia l volontà di Dio e la sua benedizione. Consultate quelle persone che già tanto avevano lavorato per l’Ospizio decise di fare immediatamente ricoverare la vecchia: il Signore che lo aveva voluto avrebbe procurato il necessario per il sostentamento attraverso la carità dei fedeli.
E le offerte non si fecero attendere. Ben presto altri poveretti chiesero asilo: l’Ospizio cominciava a crescere occorreva organizzare bene il funzionamento ed assicurargli la vita con una Consulta. Fu costituito un comitato avendo il compito di raccogliere offerte con sottoscrizione e fu decisa l’accettazione di altre due domande.
Il coinvolgimento sia pur modesta e la raccolta di offerte richiesero un lavoro alla signorina Cassiera del comitato stesso, coadiuvata da altri membri più volenterosi.
Oggi però altri vecchi bussano alla porta dell’Ospizio chiedendo un asilo sicura per terminare i loro giorni, così miseri, così stentati. A noi stringe il cuore nel doverglielo ricusare perché mancano i letti e vestiari.
A chiunque presti la sua opera per l’Ospizio ricordiamo che tutto ciò che fanno per questi miseri vecchi il Signore riterrà come fatto a se stesso e ricambierà col centuplo e la vita eterna, così come Egli stesso ha promesso nel Vangelo.

Il Comitato è composta da:

  • Presidente: Arciprete Nicola Tarricone
  • Segretario: Avv. Francesco Fiore
  • Cassiera: Raffaella Polini fu Domenico
  • Vice Cassiera: Linda Biscione
  • Avv. Dell’Agli Girolamo
  • Avv. Vincenzo Messanelli
  • Ing. Geom. Di Spella Andrea
  • Sig. Antonio Caputo
  • Ins. Di Pierro Pasquale
  • Sig. Canio Muscillo